sabato 29 gennaio 2011

Uno

Lo aveva conosciuto in una serata d’agosto. Sette anni fa. 
Ubriaco e senza un posto dove andare. La serata era finita, ed era ora di andare a casa ma lui non aveva le chiavi del portone.
Forse erano rimaste sul sedile dell’auto di qualcuno che però aveva già preso la strada di casa.
Forse non le aveva nemmeno prese con sé prima di uscire.
Forse le aveva perse ballando come un pazzo in mezzo alla pista.
Nonostante fosse estate il freddo e l’umidità si infiltravano nelle ossa e Clem era esausta.
La serata era scivolata via come tante altre serate: musica, alcool, corpi sudati e appiccicosi che ti finivano addosso, voglia di non pensare a nulla… e si stava chiudendo senza di speciale se non fosse stato per lui.

Il ragazzo dai capelli rossi senza le chiavi di casa.

Amico di amici, una personalità sfuggente come il suo sguardo, sempre basso.
Era stato scaricato al parcheggio da un amico che andava di fretta.
-         Ma chi è questo? E da dove spunta? –
Nella compagnia era conosciuto da tutti. Clem era l’unica che non lo aveva mai visto e a dirla tutta,
di primo acchito, non lo aveva nemmeno preso in considerazione come persona “degna di nota”.
 La spietata radiografia che Clem gli aveva fatto aveva dato esito “negativo”.
No. Non c’entrava nulla con lei. Non rientrava tra le sue possibili prede.

-         Piacere, Clem –
-         Piacere, Filo –
Ma che razza di soprannome aveva? Però era carino…
Era infreddolito, magro e pallido come un fantasma. La luce del lampione accendeva le sue labbra rosse. Tremava ma rideva. Dove avrebbe passato la notte?
Si avvolgeva come un bambino in una coperta rigida e ruvida che gli avevano prestato alcuni amici.
-         Fa niente, resto qui sulla panchina a dormire…  tanto ho la coperta! –
Era diventata la barzelletta della serata.
-         Se vuoi puoi dormire da me in taverna … - Le uniche parole che Clem riuscì a proferire.
Proposta caduta nel vuoto.
Quella serata non ebbe seguito ma il fantasma dai capelli rossi rimase nascosto in un angolino della mente di Clem.
Rimase lì, buono buono avvolto nella sua coperta, ad aspettare che gli eventi e il destino si mettessero d’accordo per fare in modo che le loro strade si incrociassero di nuovo.

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